venerdì 6 luglio 2012

Pensieri intelligenti

Al molo sud faccio pensieri veramente intelligenti. Da ragazzino pescavo balene e navigavo mari, altro che Pequod. Oggi vengo qui con l’Ipad e faccio foto. Pensieri intelligenti, anche. Col tempo, il mio molo è stato spogliato di quel fascino grezzo e marinaro che mi faceva star bene: che mi faceva sognare di essere un marinaio pronto ad imbarcarmi per destinazioni lontane.

Il cambiamento iniziò con il Gabbiano Jonathan Livingston: un gabbiano stacanovista: brutto esempio. Poi gli  scogli divennero sculture vive. Ora impazzano colori. Questo molo è sempre più moderno, caspita. Così moderno che mi trascina a far pensieri intelligenti e moderni allo stesso tempo.

Cerco il miglior scorcio del panorama che ho di fronte. Faccio foto e me le guardo in diretta. Le pubblico su Facebook e spero che qualcuno le commenti. Resto in attesa: ricarico più volte la pagina web: nessun post: nessun apprezzamento.
Il Gabbiano J.L. è in cielo, lo osservo da tempo: è su in cima per scrutare il mondo. Scendi che ti fai male! Se non scendi, vengo lì e giro quella specie di ruota che ti sostiene: rovescio la situazione: ti posiziono in basso: lo stormo Buonappetito in alto: è ora che cambi qualcosa in questo molo! Sempre tu devi stare lassù? Ci senti? “Vù calà o non vù calà?”.Quanti pensieri intelligenti faccio qui al Molo sud: è ora che smetta. Mi addormento col sole a picco e gli schizzi delle onde sul viso. Qualche granchio mi cammina sopra e lo lascio fare. Apro gli occhi, J.L. spicca il volo, si stacca dalla ruota che lo sorregge e vola lontano. Il monumento resta spoglio, i gabbiani in basso garriscono stupiti. Mi arrampico sul monumento, mi aggrappo disperato a questa specie di ruota, arrivo in alto. Apro le mie braccia come se fossero ali. Finalmente ho preso il suo posto: The Jeff way.
I gabbiani sempre più increduli fanno segni di disapprovazione. Chi vola sopra gli altri rischia di essere incompreso, penso. Ed io sono qui al posto di J.L. semplicemente per osservare il molo, il mare, il mondo.

Quanti pensieri intelligenti faccio, al molo sud. Non vorrei mai andarmene da qui. Ed ora che sono in alto, e J.L. non c’è, mi sento bene. Mi sento grezzo e rude. Mi sento bruciato dal sole e dal vento. Aspetto una nave che mi porti lontano con gabbiani al suo fianco. Prima dovrei scendere da questo monumento: ma non so come fare. Non posso tornare indietro: posso solo ridiscendere cadendo, facendomi del male.
La prossima volta non vorrei impelagarmi con discorsi intelligenti, vorrei semplicemente pensare al mare e cosa c’è oltre questo azzurro di felicità.
Ora mi tuffo. Nuoto fino alla punta del molo e poi mi immergo sott’acqua. Lì sotto, su uno scoglio, c’è una scritta. Non riesco a leggerla. Cerco di restare sott’acqua il più possibile. Mi manca il fiato, sono costretto a risalire. Quando riemergo mi guardo intorno. La prima cosa che vedo è Jonathan Livingston: è tornato al suo posto. Ridiscendo sott’acqua: il mio Ipad?: La mia Pequod? Anche senza respiro faccio pensieri intelligenti: un po’ annacquati, ma intelligenti. Giuro.

Jeff l'anarco insurrealista
Da "Il Punto sulla Riviera" di luglio 2012
www.ilpuntoonline.com

Nessun commento:

Posta un commento